IL MONASTERO DAL ROMANICO AL RINCASCIMENTO
A partire dall’XI secolo prese avvio un decisivo processo di rinnovamento.
Il complesso si organizzò intorno al primitivo chiostro, cardine di ogni
monastero benedettino, e la chiesa del monastero venne ampliata in due
riprese, la seconda nella metà del XII secolo, quando l’edificio assunse
un impianto basilicale a tre navate. Questi secoli sono importanti per il
cenobio di Cairate, dipendente dalla diocesi di Pavia e legato all’imperatore
Federico I. Nel 1176 l’esercito imperiale risulta acquartierato nei pressi
del borgo e, molto probabilmente, il Barbarossa trascorse nella foresteria
del monastero la notte prima della battaglia di Legnano contro la Lega
lombarda. Dell’apparato decorativo di questa epoca rimangono solo poche
sculture, alcune conservate in vari musei di Milano e a Gallarate, altre
poste nella sala che un tempo fu adibita a cucina del monastero.
Nel XIV secolo la chiesa venne modificata ulteriormente: l’abside della
navata centrale divenne quadrangolare e su di essa si impostò un arco a
sesto acuto. Databili al secolo successivo, ma da ricondursi a questo
impianto, sono un affresco raffigurante un Santo Vescovo, posto nel vano
ospitante l’antico campanile, e gli affreschi dell’abside della navata
sinistra. Alla metà del XVI secolo, seguendo le disposizioni post-tridentine
(Concilio di Trento 1545 – 1563), la chiesa venne divisa in due parti:
una parte esterna per il popolo separata da un tramezzo cui si addossa
l’altare esterno, l’altra interna era destinata solo alle monache di
clausura. L’abside della navata centrale venne tamponata e affrescata con
l’Assunzione della Vergine di Aurelio Luini nel 1560. Contemporanea è la
cripta sepolcrale delle monache con sedute posta al centro della navata
della chiesa interna. Tali interventi furono commissionati dalla badessa
Antonia Castiglioni, la quale, alla fine del ‘500, fece decorare la sua
stanza, anche chiamata stanza della musica per il fregio che corre sotto
il soffitto, in cui putti, animali esotici e armi sono intercalati da
raffigurazioni di strumenti musicali del tempo.